Gennaio, meglio partire facili

È una fine d’anno un poco anomala, ammettiamolo, siamo tutti inclini all’insoddisfazione. Chi per il fatto di faticare a comprendere il perché non arrivi l’inverno con la neve e il gelo, e non si capacita di due mesi di cielo sereno e prati verdi, e chi non capisce perché pochi fortunati si lamentino quando loro sono costretti a vivere nell’eterna foschia respirando veleni invisibili. E questo è solo il versante climatico, non voglio affrontare il resto, altrettanto pesante e preoccupante per molti, ai quali auguro un 2016 migliore.
Auspicio alquanto generico, è vero. Ma sono sempre più convinto che non esistono indicazioni di miglioramento, e non sta a me fornirle (altrimenti guai a voi), se non quella iniziare nel nostro privato a introdurre piccoli gesti quotidiani che, sommandosi tra loro, forse saranno l’unico modo di modificare quel pensiero comune che trasversalmente tenta di frenare il possibile nuovo, quello che ci viene somministrato dai tromboni di stato.

Molto buonismo, non mi riconoscete lo so, e ancora più stupefacente è la facilità della prima immagine/indizio del romanzo del mese.

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